La storia della
Corale Polifonica Nazariana

di Lucio Nardi


Le origini: due passioni e una promessa avventata

L’inizio della Corale Nazariana risale a più di venticinque anni fa. Se si vuol essere più precisi, però, i suoi albori non coincidono con i motivi che mi hanno portato alla sua fondazione. E allora, bisogna fare un salto indietro nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle mie due passioni dominanti. Spostiamoci a Portici, nei pressi di Napoli, all’inizio degli anni ’50. Mia madre, già sposata e più volte madre, decise di prendere lezioni di pianoforte. Un passo comprensibile ed encomiabile, in una persona che aveva dedicato tutto il suo tempo ai doveri familiari. Poco dopo, però, si accorse di essere di nuovo incinta. Quando la gravidanza divenne troppo evidente, sospese le lezioni, ispirata da un senso del pudore che oggi è difficile da comprendere. E così, neanche quella volta riuscì a coronare il suo sogno. O meglio, lo ha fatto per interposta persona, perché quel figlio ero io.
La mia passione per la musica, dunque, è nata prima di me. Da bambino, incuriosito da quella strana scrittura, continuavo a interrogare la mia insegnante di canto delle scuole medie, la professoressa Buccino. Era molto orgogliosa di avere un allievo così interessato. Contemporaneamente facevo il chierichetto e cantavo nel coro della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Bellavista. La mia bella voce era un dono ereditario. Mia madre, infatti, era stata soprano nel coro dell’Istituto Santa Filomena di Mugnano del Cardinale, dove aveva trascorso la sua adolescenza. Mio padre stesso amava cantare; il repertorio napoletano era la sua passione, anche se lo interpretava con una certa timidezza.
I miei positivi esordi di voce bianca mi incoraggiarono ad andare avanti. Cominciai a suonare da autodidatta alla Parrocchia del Sacro Cuore su un armonium quasi inutilizzabile. Tra parentesi, gli strumenti migliori erano inaccessibili, perché appannaggio della sorella del Parroco, musicista settantenne e nubile, gelosissima di quanto le era stato affidato dal fratello. Tornando alla mia formazione musicale, ecco un particolare rivelatore di quanta fosse la mia voglia di imparare: sui tasti di quell’armonium avevo incollato i nomi delle note, per facilitare la lettura dello spartito. Di quello strumento conservo ancora un tasto bianco ed uno nero.
Avevo forse quindici anni quando mio padre, mosso a pietà dalle preghiere di mia madre, mi comprò finalmente un pianoforte. Era un verticale nero usato, a corde diritte, di pessima qualità, dalla marca molto bizzarra: Brizz e Niccol. In seguito, guardando attentamente il logo, mi accorsi che erano state coperte con la vernice le lettere finali per farlo apparire estero, forse tedesco: invece si trattava di un italianissimo Brizzi e Niccolò. Non potevamo permetterci di meglio, perché erano tempi duri per mio padre e per tutta la famiglia: la nostra fabbrica di sapone stava andando a rotoli.
Le prime lezioni di pianoforte mi furono date dalla signora Santaniello: un’amica di mia madre che mi faceva fare quello che volevo. Io avevo già imparato qualcosa da solo e volevo dimostrare la mia bravura più che apprendere qualcosa; lei mi accontentava in tutto.
Pressappoco nel 1970 trovai il mio secondo maestro: Scalella, un vecchio prete, insegnante di conservatorio che abitava a Napoli. Ogni volta, raggiungerlo dalla mia casa di Portici, era un vero viaggio. Ho ancora da parte un quaderno dove mi scriveva i compiti di suo pugno. Con lui ho studiato un annetto. Gli anni immediatamente successivi furono scanditi dal concorso in magistratura e dal servizio militare e dai mesi di uditorato a Napoli. Musica, poca; mi aveva assorbito un’intensa attività di teatro a Portici. Ma questa è un’altra storia. Nel gennaio 1979 mi venne assegnata la sede di lavoro: Milano. Per il primo anno e mezzo di servizio feci il pendolare. Trascorrevo due giorni a Milano e cinque a Napoli: la sfera del lavoro era del tutto separata da quella della vita. Poi, man mano che ho conosciuto meglio questa città, l’ho sentita sempre più mia, tanto che ora torno in quella d’origine solo durante le feste; ma anche questa è un’altra storia.
Poco dopo il mio ingresso in magistratura, sostenni l’esame di solfeggio preparandomi con l’aiuto di una nuova amica, Caterina Figliolia, insegnante di pianoforte al Conservatorio di Cosenza; ma l’incontro più importante, dal punto di vista della mia formazione pianistica, l’ho fatto dopo. Conobbi il maestro Vincenzo Vitale all’inizio degli anni ’80, quando tenne a Napoli un seminario sulla sua tecnica. Io lo seguii e ne approfittai per chiedergli il nome di qualche insegnante suo allievo, residente come me a Milano, dove mi ero più stabilmente fissato. Con la sua simpatia mi parlò di una brava pianista, che non aveva avuto la fortuna di Campanella o della De Fusco, ma che sicuramente aveva buone doti di docente: Maria Grazia Grauso. La contattai e, in un annetto abbondante, preparai il V° di pianoforte, che sostenni e superai nel 1983 al Conservatorio di Venezia. Scelsi quella città, perché volevo che anche il fascino del luogo contribuisse a rendere più solenne quella tappa.
Fin qui, ho parlato del mio amore per la musica; ora, per completezza, è il caso di accennare all’altra mia inclinazione all’origine della Corale Nazariana: la passione per la Chiesa e per i suoi riti. Ammetto che oggi può suonare originale, quasi eccentrica, anche se leggendo queste pagine si palesa la sua matrice, legata a doppio filo con i miei esordi musicali in Parrocchia.
Provo un grande interesse per le gerarchie ecclesiastiche. L’alto prelato, il cardinale è una figura che mi affascina. Lo invidio, anzi: mi piacerebbe essere un porporato. Mi accontenterei anche di frequentarne uno, conoscere la sua quotidianità, addentrarmi tra i misteri del suo ufficio e i segreti occultati dietro il suo sorriso imperscrutabile.
Ecco perché nel 1988 decisi di iscrivermi alla Lateranense di Roma. L’obiettivo di prendere il dottorato in diritto canonico e di poter, in una qualche maniera, collaborare con il Tribunale Ecclesiastico, forse, erano meno importanti del mio desiderio di diventare amico di alti prelati. Alla lettera di presentazione, necessaria per l’iscrizione, provvide Padre Giulio Giacometti, Parroco della chiesa di San Nazaro, da me conosciuto attraverso Peppino D’Antonio, mio amico avvocato sin dai tempi di Portici e frequentatore della Parrocchia.
In cambio, promisi a Padre Giacometti una cosa della quale allora non potevo valutare appieno le conseguenze: avrei fondato una schola cantorum presso la sua parrocchia. L’impegno era stato un po’ avventato, ma mantenerlo non ha premiato solo me. Oggi la Corale Nazariana è un coro di tutto rispetto, anche a prescindere dal suo direttore.


La nascita del coro

La Corale Nazariana nacque nel 1988: io ne faccio risalire la fondazione alla metà del mese di giugno di quell'anno, perché ho un preciso ricordo in questo senso.
Precedentemente, a coordinare le poche attività musicali della chiesa era un carabiniere veneto, Nicola Belloni, il quale, nel suo paese natio, dirigeva un coro durante le messe domenicali e altrettanto faceva a San Nazaro con un gruppo di ragazzi. Io cominciai a collaborare con loro, ma fui presto insoddisfatto e, volendo onorare il mio impegno con Padre Giacometti, pensai a qualcosa di più serio: un coro che, oltre ad avere l’organista accompagnatore, avesse anche un vero direttore. A Nicola Belloni la cosa non interessava; così, con l'aiuto di Peppino d’Antonio, ottimo chitarrista e cantante di repertorio napoletano, presi io l’iniziativa di fondare un nuovo gruppo, più organizzato del precedente.
La scelta del nome non fu difficile: su proposta di Padre Giacometti decidemmo di chiamare la neonata formazione Corale Polifonica Nazariana. La mia consacrazione ufficiale quale suo leader avvenne poco più tardi, quando il Parroco, con l’intenzione di farmi un dono, mi presentò al Cardinale Colombo, allora Arcivescovo emerito di Milano, che, ricevendoci nella sua residenza al Seminario di corso Venezia, mi avvertì che per formare un coro occorreva tanta pazienza. Forse questo ingrediente non mi è mai mancato.
Subito si cominciò a fare proselitismo. Le prove del lunedì – giorno della settimana che sarebbe rimasto invariato nel tempo – in breve tempo si affollarono, divenendo un appuntamento irrinunciabile per molte persone. Il coro, nella sua prima formazione ufficiale di una dozzina di elementi, esordì con un piccolo repertorio di musiche sacre, che accompagnavano le cerimonie religiose. Fra i pezzi più eseguiti, brani di Perosi, canti gregoriani e il Panis Angelicus di Franck, mio cavallo di battaglia come solista.
A suonare l’organo era all’inizio Claudio Puglisi, oggi non possiamo fare a meno di Pierpaolo Bordini, che nelle esecuzioni ufficiali è un ottimo tenore. Il numero dei componenti aumentava, perché dopo ogni messa cantata si proponeva ai presenti di unirsi al coro. L’iniziativa piaceva, perché rispondeva all’esigenza di far musica, viva in molti. Le persone arrivavano con grande voglia di partecipare; le capacità dei singoli erano in secondo piano rispetto al desiderio di cantare. Man mano, però, le voci divenivano sempre più sicure, educate, vibranti, e la qualità della Corale migliorava.


Il primo concerto: 15 dicembre 1994

Grazie anche alla spinta di un corista e amico, Gip Barbeschi, di professione regista e produttore video, continua fonte di idee ed iniziative, arrivò il primo concerto, durante il quale si alternarono brani cantati e musiche per organo solo. In quest’occasione venne stampato il primo programma-invito. I pezzi, che facevano parte del repertorio abitualmente intonato durante le messe, vennero accuratamente scelti vista l’importanza dell’occasione. Per accentuare il carattere di esibizione cercavo di mettere a confronto stessi brani di autori diversi, in modo da poterne cogliere le differenze.
Quel giorno c’era grande emozione. Tutto il coro era stretto attorno all’organo – non v’erano ancora le panche – suonato in quell’occasione da Claudio Puglisi. La tensione si sciolse dopo la prima nota e gli applausi finali ripagarono tutti del grande impegno profuso nelle prove. Così, la Corale Nazariana aveva fatto un altro passo avanti.


San Carlino: 1995 e 1996

Con un paio di concerti alle spalle, le ambizioni della Corale puntavano più in alto: nuove esibizioni e, perché no, un’incisione discografica. In questo modo si sarebbe potuto ricordare in maniera indelebile un momento felice di un gruppo di persone e disporre anche di un ottimo biglietto da visita per proporsi ad altri committenti. Il primo CD, intitolato “Primo Concerto”, pubblicato nel 1995, comprendeva i brani di cui la Corale si sentiva più che padrona.


Il primo CD

Il Coro ormai aveva rotto il ghiaccio. Si era a caccia di nuove occasioni per farsi ascoltare, anche fuori dal contesto abituale di San Nazaro. La prima di queste si presentò nel 1995: un concerto presso la Chiesa di San Carlino. Questo piccolo gioiello architettonico fu donato ai milanesi dai Borromeo. La cappella sorge al centro dell’area un tempo occupata dal Lazzaretto di manzoniana memoria.
Questa deliziosa chiesetta, però, creò non pochi problemi al Coro. Le ridotte dimensioni della balconata-cantoria sulla quale era collocata la consolle dell’organo impedivano l’accesso ai coristi, che furono costretti a rimanere giù. Per far comunicare il direttore con l’organista non rimaneva che una possibilità: munire quest’ultimo di uno specchio, in modo che potesse vedere i miei attacchi.
C’era grande trepidazione: il repertorio della serata comprendeva musiche del maestro Roberto Hazon, che era presente al concerto.
In maniera molto più disinvolta andò il secondo concerto presso la stessa chiesa, tenutosi a un anno di distanza, con un programma che metteva a confronto due Kyrie (Missa de Angelis gregoriana e Mozart), due Ave Maria (Perosi e Donizetti), due Ave Verum (Mozart e Mercadante), due Sanctus (Perosi e Puccini) e due Agnus (Perosi e Puccini). Vennero eseguiti anche altri brani, fra i quali il Panis Angelicus di Franck, che come ho già detto era un mio cavallo di battaglia in veste di tenore.
L’esperienza fatta la volta precedente era stata doverosamente messa a frutto sia dal direttore, sia dall’organista.


Le Messe in Duomo

La, sia pur modesta, notorietà raggiunta dalla Corale in quegli anni fece sì che ci fu proposto di cantare una Messa nel Duomo di Milano. Per la Polifonica si sarebbe trattato di un vero cimento, ma anche di un salto di qualità. Esibirsi nella chiesa più importante della città – e fra le più celebrate del mondo – sarebbe stata una tappa importante. Orgogliosamente il Coro decise i cogliere quest’opportunità e serenamente si presentò all’appuntamento.
Il gruppo, nel frattempo, era diventato più nutrito: contava oltre 20 elementi. Le prove ebbero luogo nella cripta, mentre l’esibizione fu a lato dell’altare maggiore.
Tutto andò per il meglio, anche quando la direzione passò a a Peppino d’Antonio, in occasione del Panis Angelicus da me cantato, quale solista, alla Comunione.
Il successo fu caloroso tanto che, finché padre Lorenzo Fernandez è stato organizzatore della cerimonia, la Corale Nazariana è stata chiamata più volte a cantare nella Cattedrale in occasione della novena dell’Immacolata.


Portofino e Rapallo

La Liguria è stato per il Coro un punto di riferimento, introdotto da Barbeschi. Originario di Rapallo, Gip ha mantenuto forti legami con la sua terra, dove vive ancora la sua famiglia d’origine. A lui faceva piacere far conoscere ai suoi cari la nuova compagnia canora della quale era entrato a far parte; il Coro, da parte sua, era sempre a caccia di nuove occasioni per cantare. Questi due fattori cospirarono e per qualche anno, tra il 1996 e il 2000, la Corale si è recata più volte a cantare a Portofino e a Rapallo.
A Portofino, il 23 aprile, giorno dedicato al Patrono S. Giorgio, si fa una grande festa. Il suo culmine è durante la Messa, al momento della comunione: i fedeli portano fuori dalla chiesa le reliquie del santo, accolte da una salva di fuochi artificiali. Naturalmente, il fracasso dei mortaretti copre a tratti il canto della Corale, ma è un’occasione gioiosa. Il parroco offre un pranzo al Coro e, nel pomeriggio, segue un concerto in chiesa, durante il quale tutta l’attenzione del pubblico viene catalizzata sulla musica.
A Rapallo, invece, si canta il 29 giugno, in occasione della festa di S. Maria di Montallegro.


Il Requiem di Schumann: dalle prime prove all'esecuzione nell'Aula Magna del Tribunale all'idea di tenere concerti per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Una corale che si rispetti “deve” avere un Requiem nel suo repertorio. Insieme a Donato Rubinetti, corista e amico, ne ho sentiti tanti, di Requiem: dai più classici (quello di Verdi, quello di Mozart) ai meno noti. Ma quello che mi premeva era trovare un Requiem che fosse, al tempo stesso, bello e poco conosciuto. E l'ho trovato: il Requiem op. 148 di Schumann soddisfa tali requisiti. E così abbiamo cominciato a studiarlo nel 1998.
Ma c'è qualcosa di strano, di inconscio, in questa mia decisione di iniziare con il coro lo studio del Requiem: probabilmente c'è l'avvicinarsi della morte di mia madre, che era già avanti negli anni. Io sentivo che presto sarebbe arrivato quel doloroso momento. Mia madre è morta il 3 marzo 1998: l'avevo lasciata a Napoli sentendomi turbato, perché non stava bene in salute, ma per gli impegni legati al mio lavoro di magistrato a Milano purtroppo non potevo trattenermi più a lungo. La mattina del lunedì partii per Milano, dove, la sera, avevamo le prove del Requiem. La sera stessa seppi che mia madre si era aggravata, perciò il giorno successivo ritornai a Napoli, dove non potei far altro che constatare che ci aveva lasciato.
Lo studio del Requiem di Schumann, opera di immensa suggestione ma anche di una certa complessità, richiese lunghi mesi di impegno. La prima esecuzione pubblica di alcuni brani avvenne nella primavera del 1999, con il Concerto di Passione. Questo concerto si tenne dapprima nella nostra Basilica di San Nazaro, il 3 marzo, primo anniversario della morte di mia madre, cui l'esecuzione fu dedicata, e successivamente il 28 marzo, Domenica delle Palme, presso il convento delle Suore della Visitazione in via S. Sofia. Quest'ultima è stata un'esperienza indimenticabile, perché per la prima volta si teneva un concerto in un convento di clausura, luogo permeato da grande misticismo, che io, prima di allora, neppure avrei immaginato potesse esistere nel centro di Milano.
La Corale, successivamente, eseguì il Requiem di Schumann anche al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano: era il 2 novembre 2000, alla presenza del Sindaco Gabriele Albertini e di numerose altre autorità e personalità del mondo della cultura, in occasione della cerimonia per l'iscrizione, nelle lapidi del Famedio, dei nomi di defunti milanesi illustri.

Novembre 2000
La corale al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano

Nel 2002, quando la Corale aveva ormai da tempo ultimato e perfezionato lo studio del Requiem, a Milano giunse il nuovo Presidente della Corte d'Appello, dott. Giuseppe Grechi. Io da tempo nutrivo il desiderio di portare un po' di musica all'interno del Tribunale ma non osavo proporlo, in quanto mi sembrava di volermi mettere in mostra. Dopo un po’ di esitazione, vinsi la mia ritrosia e ne parlai col Presidente Grechi. Ritenevo che il 19 marzo fosse la data più opportuna, in quanto anniversario della morte di Guido Galli, assassinato il 19 marzo 1980. Il Presidente Grechi, come pure l'allora Procuratore Generale, dott. Borrelli, accolse la proposta con entusiasmo e così il 19 marzo 2002 la Corale Polifonica Nazariana tenne il primo concerto mai eseguito in un Palazzo di Giustizia, in memoria dei magistrati Guido Galli ed Emilio Alessandrini: il Requiem fu eseguito nell'Aula Magna, con l'accompagnamento di un gran coda da concerto suonato dal M° Vincenzo Culotta e fu un avvenimento molto toccante. Recentissimamente il nuovo Presidente della Corte d’Appello ha voluto dedicare l’Aula Magna proprio ai colleghi Guido Galli ed Emilio Alessandrini.
Ricordo che, tra le numerose autorità che assistettero al nostro concerto, quel giorno era presente il Cardinale Martini che ebbe per noi un particolare riguardo. In un primo momento, infatti, Sua Eminenza mi accolse personalmente nel Palazzo Arcivescovile, esprimendomi delle perplessità circa la sua partecipazione all’evento perché proprio quel giorno doveva ricevere i nuovi sacerdoti appena ordinati. Attraverso il suo segretario, poi, probabilmente accortosi del mio dispiacere, mi comunicò telefonicamente che sarebbe stato presente insieme a tutti i novelli sacerdoti. Quell'esecuzione del Requiem fu molto apprezzata, tanto che “Beppe” Grechi (così preferiva essere chiamato) disse che l'iniziativa, sulla scia appunto del successo di quel primo concerto, si sarebbe dovuta ripetere.
Io pensavo ad un concerto annuale in occasione del Natale, in cui la cittadinanza milanese avrebbe potuto incontrare le istituzioni per lo scambio degli auguri. Beppe Grechi rilanciò: “No, disse, istituiamo il Concerto per l'inaugurazione dell'anno giudiziario”.
Ed è stato grazie al suo impulso che, dal gennaio 2003 in poi, la Corale Polifonica Nazariana tiene, ogni anno, il Concerto per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel 2003 si è tenuto in Aula Magna, poi, per problemi tecnici e per l’afflusso sempre crescente di pubblico, nella Basilica di Sant'Ambrogio fino al gennaio 2010 e, negli ultimi tre anni, nell'Auditorium di Milano.

Gennaio 2003
La corale nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano
per il concerto di inaugurazione dell'Anno Giudiziario

Beppe Grechi ci aveva dimostrato simpatia e sostegno, analogo affetto nutre per noi il Presidente Giovanni Canzio che non manca mai ai nostri concerti e, anzi, dopo la trasferta a Bilbao del 2012, cui ha partecipato, ha voluto, come segno di riconoscimento per l'attività che la Corale svolge a favore del mondo giudiziario milanese, che nel sito web della Corte d’Appello compaia il link al sito del nostro coro.
Quanto al Requiem di Schumann, esso è stato eseguito, nel corso degli anni, anche nelle chiese milanesi di S. Carlo al Corso, S. Francesco di Paola, S. Lorenzo, S. Maria Segreta, S. Maria Incoronata, nonché a Venezia, nella Basilica dei Frari, a Mozzate nell'Auditorium, a Crema, nella chiesa di S. Bernardino, a Cassano d’Adda nella splendida Villa Borromeo e nell'Aula Magna dell'Università Cattolica di Milano, in un concerto, voluto dalla professoressa Ombretta Fumagalli Carulli, in memoria di Vittorio Bachelet al cui ricordo è intitolata l'orchestra che dal 2003 si forma per il Concerto di inaugurazione dell'anno giudiziario.


La Corale cresce: gli anniversari, la costituzione dell'associazione, le tappe importanti

Nel frattempo la Corale Polifonica Nazariana festeggiava i 15 e poi i 20 anni dalla sua fondazione.
Ma, negli anni che precedono e seguono lo storico concerto del 2002, ci furono altri momenti importanti.
Nel 1997 ebbi la grande soddisfazione di portare la Corale a Napoli, la mia città d’origine, dove tenemmo un concerto in S. Domenico Maggiore.

Dicembre 1997
La corale a S. Domenico maggiore, Napoli

In quell'occasione ci fecero uno scherzo terribile: arrivammo alla chiesa per la prova generale e trovammo un cartello con la scritta “per morte dell'organista il concerto è annullato”. In realtà l'organista, Livio De Luca, era vivo e vegeto e qualche buontempone, sapendo della mia grande attesa per l’evento, voleva mettere a dura prova i miei nervi. Il concerto, con l'esecuzione della Messa di S. Cecilia di Gounod, ebbe, ciò nonostante, grande successo. Non ho mai saputo chi sia stato l’autore di quello scherzo di pessimo gusto.
Nel 1998 la Corale festeggiò i suoi 10 anni con un concerto e una Messa in Basilica.
Nel 1999 andammo a cantare alla Sacra di San Michele, antica e suggestiva abbazia in provincia di Torino e cantammo al Teatro Manzoni di Milano in occasione della presentazione di un libro della scrittrice Rosa Giannetta Alberoni.
Ma il 1999 è importante perché fu l'anno che vide la costituzione dell'associazione. Io volevo che vi fosse uno statuto, in quanto non intendevo essere l'unico a decidere della vita della Corale. Potendo la stessa ottenere delle sponsorizzazioni, non volevo gestirle da solo. La costituzione di un’associazione, con un Consiglio Direttivo ed una serie di regole, scioglieva completamente le mie perplessità. L'associazione fu costituita nel luglio 1999 e Gip Barbeschi ne fu il primo Presidente. Gli altri che gli sono succeduti sono stati Elena Avidano, Giancarlo Cancelli e Francesca De Florio che è il Presidente attuale.
Nel 2000 vi fu la prima esecuzione assoluta – in S.Nazaro dapprima e successivamente in Duomo – di un Pater Noster composto dal musicista contemporaneo Mario D'Amico.
Ma il 2000 era anche l'Anno Santo, e la Corale per solennizzarlo tenne un concerto a Roma, nella chiesa di S. Carlo ai Catinari, sede di intensa attività concertistica e molto vicina al Ministero della Giustizia.

Giugno 2000
La corale a S. Carlo ai Catinari, Roma

Nel gennaio 2001 la Corale solennizzò i 100 anni dalla morte di Giuseppe Verdi con l'esecuzione del suo intenso e drammatico Stabat Mater, con l’accompagnamento di un gruppo nutrito di Carabinieri della Fanfara di Milano.
L'estate successiva ebbe l'opportunità di cantare per la prima volta con l'accompagnamento di un'orchestra, diretta dal M° Giampaolo Sanzogno, al quale proprio io avevo fatto conoscere la Messa di Gounod che non conosceva e di ciò mi fu grato. Il concerto, che si tenne nella chiesa di S. Fedele il 4 giugno e del quale esiste una bella videoregistrazione, fu un'occasione prestigiosa per la Corale, tant'è che il M° Sanzogno si disse molto compiaciuto e ci inviò un biglietto di ringraziamento.

Giugno 2001
La corale a S. Fedele, Milano

Il M° Sanzogno in quell'occasione ci aveva procurato tre ottimi solisti – il soprano Nadia Engheben, il tenore Stefano Ferrari e il baritono Davide Malvestio – che, in seguito, abbiamo chiamato a cantare con noi in diversi altri concerti..
Del 2002 e della “svolta” rappresentata dal concerto nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia ho già detto.
Nel 2003 volemmo festeggiare in grande stile i 15 anni di vita della Corale, con un'intera settimana concertistica alla quale furono invitate altre corali lombarde e che fu conclusa da noi, il sabato sera, con un concerto dedicato a Schubert. Seguì, la domenica alle 18, una messa solenne di ringraziamento. Nell'autunno di quello stesso anno andammo al Santuario Francescano della Verna, il luogo dove S. Francesco d'Assisi ricevette le Stimmate: fu una bellissima esperienza anche dal punto di vista intimo e spirituale e potemmo respirare pienamente l'atmosfera di sacralità che regna tra le antiche mura del convento. Il 4 ottobre, giorno dedicato a S. Francesco, tenemmo un concerto in suo onore e il giorno successivo cantammo alla Messa domenicale celebrata dai frati.

Ottobre 2003
La corale al Santuario della Verna

Ci accompagnava il nostro Pierpaolo Bordini, alla consolle del maestoso organo della Basilica della Verna, dotato di quasi 6.000 canne. Fu proprio al Santuario della Verna che una corista, Lella Quadri, lesse la frase latina che ci colpì e che decidemmo di adottare quale nostro motto: “Vox est apta chori si cor consonat ori” (la voce è adatta al coro se il cuore è in armonia con la bocca). Devo dire che, se siamo giunti al traguardo dei 25 anni, è perché in tutto ciò che abbiamo fatto ci abbiamo sempre messo tanto cuore.


L'incontro con Roberto Hazon

Il 2004 vide salire la Corale Polifonica Nazariana per la prima volta sul palcoscenico di un teatro prestigioso, l'Auditorium di Milano. L'occasione fu la rappresentazione della Messa di Natale di Roberto Hazon.

Dicembre 2004
La corale all'Auditorium di Milano

L'incontro col M° Hazon risale a qualche anno prima: Gip Barbeschi, sempre attento alle manifestazioni musicali interessanti, in periodo natalizio mi aveva invitato ad andare a sentire con lui questa Messa di autore contemporaneo, che veniva rappresentata, per la prima volta, alla chiesa di San Carlo al Corso. Questa Messa dalle sonorità particolari, dopo una iniziale perplessità, ci rapì letteralmente e ci piacque moltissimo. E così decisi di farla studiare anche al mio coro.
Nel 2004 il M° Hazon, con cui nel frattempo avevo stretto amicizia e che sin dai tempi dei primi concerti in San Carlino veniva a sentirci, curò appositamente per noi la stesura della partitura orchestrale di questa Messa (originariamente scritta per soprano, coro e organo), rielaborò il “Gloria” e aggiunse alla versione originaria un brano nuovo, “Jesu Puero Lalla Lalla”, delicata ninna-nanna a Gesù Bambino. La nostra fu, quindi, la “prima” assoluta di questa nuova versione della Messa di Natale. L'Autore venne a S. Nazaro ad assistere ad alcune nostre prove, spronandoci con il suo entusiasmo (nato nel 1930, aveva allora 74 anni, ma la vitalità di un ragazzino) e sedette in prima fila all'Auditorium quel 19 dicembre, tra un foltissimo pubblico. Ad accompagnare la Corale in quel concerto, oltre all'orchestra Nuova Cameristica, anche il M° Francesco Catena, organista della Scala.
Conservo tra i miei ricordi più cari un biglietto, costellato di superlativi, che Roberto Hazon mi scrisse per complimentarsi dopo quel concerto, dicendomi “....è stata una serata indimenticabilissima e devo a te e al tuo straencomiabilissimo entusiasmissimo questa mia soddisfazionissima: bravo, strabravo, strabravissimo. Ti sono tantissimo riconoscentissimo e ti abbraccio affettuosissimamente. Stragrandissimi augurissimi da Ida e me”

Dicembre 2004
Biglietto del Maestro Hazon a Lucio Nardi

Io gli risposi: “Caro Maestro, grazie per i superlativissimi. La verità è che, quando c'è una buona sostanza, il risultato è assicurato. La tua Messa è deliziosa. Io spero di andare in Paradiso e di trovare un coro d'angeli che la canti alla perfezione, in modo da potermela finalmente godere fino in fondo. Sono comunque felice del concerto e di avere contribuito alla diffusione della tua splendida opera. Sono io che ringrazio il tuo genio e questo successo sicuramente servirà a dare carica a tutti noi. Aspetto da te un Sanctus ed un'Ave Maria che possano sbalordirci; aspetto da te qualcosa come quelle canzoni eterne, come Volare, O' Sole Mio, Sapore di Sale, qualcosa che ci apra il cuore e che serva quotidianamente per dare gioia alla vita. L'arte, in fondo, è una grande medicina e ti assicuro che questi Natali passati sono stati più belli grazie anche alla tua Messa. Con grande affetto, Lucio”.
La Messa di Natale di Hazon entrò quindi a far parte dei brani importanti del repertorio della Corale Nazariana. Ricordo un articolo di Gian Mario Benzing sulle pagine milanesi del Corriere che, dopo aver scritto che la nostra Corale riproponeva a ogni Natale questa Messa, la definì “un classico di domani”. A ben vedere, in quegli anni eravamo noi gli unici a cantarla: dopo il concerto del dicembre 2004 all'Auditorium, la rappresentammo nel dicembre 2005 nella chiesa di S. Francesco a Lodi e al Teatro Dal Verme di Milano, nel dicembre 2006 – pochi mesi dopo la scomparsa dell'Autore - nella nostra Basilica di S. Nazaro e nel gennaio 2007 nella Basilica di S. Ambrogio. Quindi possiamo ben dire che la Messa di Hazon è diventata famosa grazie a noi. A riprova, è sufficiente fare una breve ricerca in Internet, dove altre formazioni musicali hanno pubblicato brevi filmati di alcuni brani di questa Messa (in particolare il “Salve Mater” per soprano solo e il “Resonet in Laudibus”) le cui date di esecuzione sono tutte successive al nostro bel concerto del dicembre 2004. In questo nostro 25° anno di attività corale abbiamo ripreso lo studio della Messa natalizia di questo Autore che negli ultimi anni della sua vita ci ha dimostrato tanta attenzione e tanto affetto.


I sacerdoti

Altri incontri importanti per la vita della Corale sono stati quelli con i sacerdoti della Parrocchia dei SS. Apostoli e S. Nazaro Maggiore. A Don Giulio Giacometti subentrò come Parroco Don Tarcisio Bove, il quale, fin dalla sua prima Messa accompagnata dai nostri canti, ebbe sempre per noi parole di apprezzamento, ritenendoci – come fu così gentile da dirci - persone che svolgono in Milano un'attività di particolare pregio culturale. Negli ultimi anni sono purtroppo venuti a mancare Don Piero Sessa, storico coadiutore, e Don Giulio Giacometti, entrambi figure storiche della parrocchia ed anzi quest'ultimo vero e proprio co-fondatore della Corale, come già ho detto. L'attuale parroco, Don Claudio Nora, riveste molti gravosi impegni essendo pastore di ben tre chiese e ciò non gli consente la stessa partecipazione dei suoi predecessori ma sembra che nutra per noi e la nostra attività altrettanto rispetto dal momento che non ha posto alcun ostacolo all’assidua presenza del coro in Basilica.


Un “crescendo” di esperienze entusiasmanti

Nel 2005 la Corale tenne ben due concerti per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, a Milano e a Venezia.
Nel giugno di quello stesso anno partecipammo anche ad una manifestazione cui erano state invitate corali di ogni parte d'Italia e del mondo: noi ci esibimmo alla chiesa di S. Bartolomeo insieme ad un coro giapponese composto da graziose signore in kimono.
Nel 2006, in occasione del 250° anniversario della nascita di Mozart, mettemmo in scena lo spettacolo “Et incarnatus est”, che per me fu molto importante perché mi consentì di recuperare la mia vecchia passione per il teatro ed ebbe, inoltre, il pregio dell'originalità.

Invito allo spettacolo "Et Incarnatus Est"

Quell'anno, infatti, in tutto il mondo l'anniversario mozartiano fu celebrato con la rappresentazione di opere, sinfonie, musica sacra, ma soltanto noi mettemmo in scena uno spettacolo che accostava la musica al teatro e alla danza, prendendo spunto dalla discussione circa la genuinità o meno della Missa Brevis K140: disputa da noi rappresentata in forma giocosa, ma realmente sorta fra gli studiosi e conclusasi con la definitiva attribuzione a Mozart della paternità di quella Messa. Il testo teatrale fu steso da Massimo Loiacono, professore di lettere allo storico liceo Umberto di Napoli e critico musicale, grande appassionato di Mozart. La disputa si apre nel momento in cui il coro entra in sala per provare la Missa Brevis e qualcuno dei presenti afferma che si tratterebbe di opera spuria. Per approfondire la questione, approfittando della presenza di cantanti e musicisti, si procede all'ascolto di una serie di brani, alcuni notissimi, altri meno conosciuti, sicuramente composti da Mozart (brani sacri, romanze d'opera, suite orchestrali, sonate per pianoforte), intercalati dalla lettura di sue lettere che ci aiutano a capirne meglio la complessa personalità. Non mancano divagazioni divertenti, come l'intervento di una “spettatrice” dalle prime file o l'improvviso ingresso di ballerini che sottolineano come la melodia mozartiana rappresenti spesso una “danza in chiesa”. La discussione diventa appassionante e lo spettacolo termina, poi, con un finale a sorpresa.
È stato rappresentato per la prima volta all'Auditorium di Milano nel gennaio 2006 e poi replicato alla Villa Recalcati di Varese, all'aperto, a Napoli, nel Conservatorio S. Pietro a Majella, in una memorabile trasferta, di nuovo a Milano al Teatro Dal Verme e infine a Gallarate al Teatro Gassman, l'estate successiva.
La trasferta del novembre del 2006 a Napoli e a Portici fu veramente indimenticabile, con un'organizzazione importante e l'aiuto di una banca che ci permise di fare quel viaggio e i concerti senza pagare tutte le spese di tasca nostra. La trasferta si articolò in tre momenti: la sera del 3 novembre rappresentammo lo spettacolo “Et incarnatus est” al Conservatorio; il 4 novembre cantammo il Requiem di Schumann alla chiesa di S. Gregorio Armeno (io ci tenevo molto a ottenere il permesso di cantare in quella chiesa, che ritenevo la “sede naturale” del Requiem, carica com'è di ori e di decorazioni barocche spagnoleggianti) e il 5 novembre accompagnammo con i brani di Mozart la messa domenicale alla Cappella Palatina del Palazzo Reale di Portici.

Novembre 2006
La corale a S. Gregorio Armeno, Napoli

A Napoli alloggiavamo all'Hotel Oriente, dove si tenne pure una cena di gala alla quale presero parte, tra gli altri, il Presidente della Corte d'Appello di Napoli, dott. Numeroso e il Procuratore Generale dott. Galgano, nonché i loro omologhi milanesi, dott. Grechi e dott. Blandini. Non mancarono i momenti culturali, quali la visita al Palazzo Reale di Napoli, dove ci fece da guida la direttrice stessa del museo, dott.ssa Laura Giusti e agli scavi di Ercolano, nonché un simpatico pranzo finale al Vesuvio, al termine del quale ci fu regalata una teglia di pastiera che portammo a Milano, quale insolito “bagaglio a mano”, per festeggiare, il lunedì sera, l'ottima riuscita della trasferta napoletana.
Nel 2007, oltre alle già ricordate rappresentazioni della Messa di Hazon in gennaio e dello spettacolo mozartiano a Gallarate, la Corale tenne un concerto per l'inaugurazione dell'Auditorium del nuovo polo fieristico milanese di Rho e dedicò il concerto natalizio ad un evento benefico a favore della Day Surgery Onlus presieduta dal Prof. Giampiero Campanelli e della Fondazione Umberto Veronesi.
Il 2008, il ventesimo della vita della Corale, fu un anno ricco di iniziative. Dopo il Concerto per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, tenuto il 22 gennaio in S. Ambrogio, il 29 gennaio tenemmo un concerto di canti sacri in onore di Galli e Alessandrini nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia, nell'ambito di una manifestazione cui parteciparono anche dei magistrati, che tennero discorsi commemorativi e degli attori (l'attrice Ivana Monti, che lesse dei documenti relativi ai due magistrati assassinati e la compagnia “Quelli di Grock” che simbolicamente declamò i nomi di vittime del terrorismo).

Gennaio 2008
La corale nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano
per commemorare i magistrati Galli e Alessandrini

Nel maggio 2008 andammo a Parigi. Anche la trasferta parigina è legata a qualcosa di “giuridico”. L'Ordine degli Avvocati di Milano, che nel frattempo ci aveva visto progredire, ci invitò a tenere un concerto per solennizzare il proprio gemellaggio con l'Ordine degli Avvocati di Parigi. Ciò ci permise di coronare un nostro vecchio sogno, quello di cantare la Messa Solenne in onore di S. Cecilia nella chiesa parigina di St. Eustache, dove il suo autore, Charles Gounod, l'aveva rappresentata per la prima volta nel 1855. Il concerto si tenne il 24 maggio 2008, con l'accompagnamento del maestoso organo di quella chiesa. Il giorno successivo cantammo il Requiem di Puccini alla cappella del cimitero Pére Lachaise, luogo suggestivo dove sono sepolti molti personaggi illustri di tutti i tempi.
Il vero e proprio 20° anniversario della fondazione della Corale fu celebrato in giugno, con due concerti e una Messa. Per i concerti scelsi la chiesa di S. Antonio Abate (che dipende dalla parrocchia dei SS. Apostoli e S. Nazaro) perché è piccola ma molto bella, ricca di stucchi, marmi e dorature del '600 e racchiude un organo che fu suonato da Mozart durante un suo soggiorno a Milano. Mi sembrava che quella chiesa, così raccolta e poco conosciuta, fosse una cosa “riservata solo a noi”. L'idea era quella di cantare il primo e l'ultimo dei pezzi importanti del repertorio della Corale: e così il 13 giugno, venerdì, cantammo la Messa di Gounod e il 14 giugno, sabato, la Messa di Gloria di Puccini, con orchestra e solisti. Entrambi i concerti vennero benissimo, anche se la seconda sera un terribile acquazzone limitò l'affluenza del pubblico.

Giugno 2008
20° anniversario della corale nella Basilica di S. Nazaro

La domenica pomeriggio, infine, si tenne una Messa di ringraziamento, accompagnata dalla Corale, nella Basilica di S. Nazaro e poi ci concedemmo un cocktail. Ricordo che a quei festeggiamenti prese parte il parroco di S. Nazaro, Don Tarcisio Bove e che all'epoca erano ancora viventi Don Giulio Giacometti e Don Piero Sessa. Avremmo voluto tenere il nostro cocktail nella suggestiva area archeologica intorno alla Basilica, ma anche quel giorno il tempo fu inclemente e ci costrinse a trovare riparo all'interno dei locali parrocchiali: tuttavia, se mancò il sole, non mancò certo l'allegria.
Nell'ottobre del 2008 facemmo una piacevole trasferta in Veneto, eseguendo la Messa di Gounod in due concerti, rispettivamente a Treviso, alla chiesa di San Niccolò e a Venezia alla chiesa di S. Stefano. Il nostro breve soggiorno a Venezia si concluse con l'accompagnamento della Messa domenicale nella antica e suggestiva chiesa di San Giacomo dall'Orio. L’esperienza veneziana è stata più volte ripetuta essendo Venezia una città che adoro (ho scelto proprio questa città per l’esame di V° di pianoforte).

Ottobre 2008
La corale a S. Stefano, Venezia durante le prove del concerto


Gli anni più recenti: la Corale allarga il proprio orizzonte

Le prove si sono svolte continuativamente e regolarmente ogni lunedì: ciò che più ha caratterizzato il nostro coro direi che è stata proprio la costanza di questo appuntamento del lunedì sera, che facilita la coesione del gruppo e ne fa, oltre che una formazione musicale, una compagnia di amici molto affiatata: è bello iniziare la settimana ritrovandoci per le prove.
Gli ultimi anni hanno segnato l'allargamento degli orizzonti della Corale Nazariana. Ho sempre avuto la passione per la ricerca di pezzi belli e poco conosciuti, ma da un lato il successo della prima trasferta all'estero (quella a Parigi del 2008) e dall'altro la accresciuta possibilità di tenere concerti non soltanto nelle chiese, ma anche nei teatri, mi hanno indotto ad “osare” qualche aggiunta al nostro repertorio, originariamente dedicato solo alla musica sacra in latino, ricomprendendovi anche brani profani e/o in altre lingue, o composti da Autori di svariate nazionalità. Mi sarebbe piaciuto, infatti, poter fare una sorta di “omaggio all'Europa”.
In questa chiave vanno letti lo studio del Cantique de Jean Racine di Gabriel Fauré, brano romanticissimo in francese e caratterizzato da una certa tensione emotiva, e della spettacolare Fantasia Corale op. 80 di Ludwig van Beethoven, per pianoforte, soli, coro e orchestra, in tedesco, che abbiamo rappresentato - insieme alle Ave Maria composte rispettivamente dallo spagnolo Javier Busto e dagli italiani Gaetano Donizzetti e Bonaventura Somma, nonché al Te Deum dell'austriaco Franz Joseph Haydn - nel concerto inaugurale dell'anno giudiziario 2011.

Gennaio 2011
La corale all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2011

Sempre nell'ottica di dare alla Corale un respiro internazionale, abbiamo aggiunto al nostro repertorio anche l'Ave Verum di Sir Edward Elgar, compositore e baronetto inglese, l'Agnus Dei del gallese Karl Jenkins dall'opera “The Armed Man – A Mass for Peace” e il canto “Lord Jesus Christ” di Patrick Appleford, in lingua inglese.
Il Te Deum di Georges Bizet è un pezzo che io, pur conoscendolo e apprezzandolo, ho tenuto nel cassetto per diverso tempo, perché mi sembrava molto “osé”, eccessivamente “laico” come brano di musica sacra, finché è maturato in me il coraggio per poterlo rappresentare, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2012. In quell'occasione, oltre all'impegno richiesto dalla performance canora in sé, riuscimmo pure a risolvere dei problemi sorti all'ultimo momento. Nadia Engheben, corista della Scala, infatti, ci aveva dato, in un primo momento, la sua disponibilità come soprano solista ma, soltanto due giorni prima del concerto, mi telefonò dicendo che, in base a nuove regole entrate in vigore nel frattempo, essendo impegnata alla Scala non avrebbe potuto cantare con noi. Così dovetti trovare una sostituta, il soprano Monica Lukacs, che fu scelta in quanto conosceva il brano con cui si sarebbe aperto il concerto (“Et Incarnatus” dalla Messa in Do minore K427 di Mozart, un pezzo molto difficile) ma non conosceva la parte da solista del Te Deum di Bizet e fu costretta a impararla in soli due giorni. In quel concerto si esibì come tenore solista il direttore del coro di Lourdes, Arnaud Penet che io avevo conosciuto nel corso di un pellegrinaggio nella città ai piedi dei Pirenei..
Nel giugno 2012 è stata organizzata la seconda trasferta internazionale del coro, in occasione del gemellaggio tra gli Ordini degli Avvocati di Milano e di Bilbao.

Giugno 2012
La corale a Bilbao

Nella città basca siamo stati accolti con tutti gli onori da giovani componenti del locale Consiglio dell''Ordine degli Avvocati, in particolare dal nostro referente, l'Abogado Gorka Perez Fernandez, abbiamo tenuto un concerto di mottetti sacri alla cattedrale di San Nicolàs, i giuristi della Corale (avvocati e giudici) sono stati invitati ad assistere al giuramento dei giovani avvocati di Bilbao e ad un pranzo organizzato per l'occasione; a tutto il gruppo dei coristi e dei loro accompagnatori è stata poi offerta la visita guidata del Museo Guggenheim.
In questo 2013 abbiamo ripreso a cantare la bella Messa di Gloria di Puccini, del quale il 22 dicembre prossimo ricorrerà il 155° anniversario della nascita. Un altro momento significativo dell'anno corrente, nel segno dell'allargamento dei nostri confini da un lato e della ricerca di una più intensa spiritualità dall'altro, è stata la partecipazione della Corale al Pellegrinaggio Militare Internazionale a Lourdes nel maggio 2013.

Maggio 2013
La corale a Lourdes nella Basilica sotteranea consacrata a Pio X

E chissà che cosa ci riserva il futuro? Di certo non mi fermerò nella ricerca di nuovi brani da preparare e diffondere nella consapevolezza che provare emozioni insieme è tra le cose che più mi dà soddisfazione e mi fa sentire vivo, convinto, come sono, del potere terapeutico dell’arte.